Trieste, il portuale Tuiach positivo al Covid: «Colpa degli idranti usati dalla polizia»- Corriere.it

2022-11-07 17:08:56 By : Mr. Paul Rain

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L’ex consigliere di Forza Nuova è stato uno dei protagonisti della protesta «No green pass». Sui social ha scritto che «il Covid esiste nelle menti delle persone ipnotizzate»

Fabio Tuiach, lavoratore portuale in prima fila nei giorni scorsi alla protesta no green pass, ha contratto il Covid. Lo ha comunicato sul proprio profilo Facebook, confermando poi la notizia al Corriere . L’ex campione di pugilato ed ex consigliere comunale del capoluogo giuliano, prima con la Lega e poi con Forza Nuova, si trova a casa, dice, con 38 di febbre. Ma non perché il contagio potrebbe essersi diffuso tra la folla di manifestanti — ottomila nei primi giorni —, quasi tutti senza mascherina, irrispettosi del distanziamento e spesso abbracciati o occupati in sessioni di meditazione e preghiera, talvolta tenendosi per mano, tanto che Trieste è balzata al primo posto per incidenza di contagi nell’ultima settimana.

No, «il Covid — sostiene il 41enne, non vaccinato — , l’ho preso a causa del freddo dopo gli ettolitri d’acqua degli idranti della polizia che ci sono arrivati addosso lunedì scorso durante la protesta. Sfido chiunque a non prendere qualcosa con questa temperatura d’ottobre». Sui social ieri aveva scritto anche che «il Covid esiste nelle menti delle persone ipnotizzate». A certificare la sua positività, i cui primi sintomi afferma di aver avvertito «giovedì sera», sono stati «due tamponi rapidi: il primo è di farmacia, l’altro me l’ha portato mio cognato dall’Inghilterra, lì li regalano. Anche mia moglie è positiva, non lo sono invece i nostri cinque figli».

Questo pomeriggio dovrebbe ricevere l’esito di un tampone molecolare che avrebbe effettuato stamattina. Al momento però all’Agenzia del lavoro portuale di cui è dipendente non risulta alcuna comunicazione per malattia da Covid, che invece ogni lavoratore è tenuto a inoltrare in questi casi. La stessa Agenzia ha peraltro presentato un esposto in Procura nei giorni scorsi per indagare le assenze per malattia presentate dopo il 15 ottobre (47 le attestazioni avanzate su 218 lavoratori), giorno in cui la carta verde è diventata obbligatoria sul posto di lavoro, e ritenute ora sospette.

La Procura indaga sui «no pass» a Trieste

In malattia Tuiach, dopo aver scioperato , risulta però da martedì 19 ottobre, ancora prima quindi dei sintomi da Covid. E da quel giorno il portuale è comunque sceso a protestare altre volte in piazza. Sicuramente mercoledì 20 ottobre, come testimonia un video. «Ufficialmente ero in malattia. Se sono stato in piazza, l’ho fatto non negli orari in cui non avevo l’obbligo di restare a casa, sono stato quindi corretto», conferma il direttore interessato, che spiega perché ha deciso di ricorrere a un periodo di malattia: «Lunedì sera, il giorno dello sgombero del porto, mi hanno riempito di botte e sono tornato a casa scosso — spiega —, questo choc mi ha distrutto le difese immunitarie: ho 110 chili, quel gettito avrebbe ucciso una donna. Ho chiesto quindi al mio medico di mettermi in malattia, nonostante lui inizialmente mi avesse risposto che non poteva farlo perché tutti mi avevano visto in piazza ed ero finito su giornali e tv».

«Ora sono a casa — continua —, perché non voglio far aumentare i contagi . Ma penso comunque che il Covid sia come un’influenza, più o meno forte, basta curarla in tempo con antinfiammatori e vitamine». Questi infatti sono i metodi cui sta ricorrendo l’ex pugile. «Niente tachipirina, ho preso solo un po’ di mucolitico: prescrizioni che mi hanno consigliato i diversi medici con noi piazza nei giorni scorsi, che mi vogliono bene e venivano a pregare con noi». Alle 22, nelle giornate di protesta, «un prete polacco, che ha vissuto il vero comunismo, guidava me e un gruppo nel rosario in piazza Unità. La cosa infatti che mi dispiace di più ora è che non posso fare più il rosario contro questa dittatura sanitaria in stile cinese: sono contro il green pass e il vaccino. Anche Tyson parla come me. Gli ho rubato la maglietta “Credo in Dio, non nel vaccino”».

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